Grace Martella: Corpi al vento: adolescenza e identità di genere a sud-est

Shhh: Southern high hidden histories

Alessia Rollo

More about the artist:

Grace Martella nasce nel 2006 nel sud Italia, in provincia di Lecce. Nel 2018 iniziano a usare la fotografia per saperne di più su se stessi. La loro ricerca fotografica si concentra sull’identità; il loro obiettivo è decostruire attraverso la fotografia le strutture tra spazio, tempo e identità per stabilire un dialogo introspettivo continuo.

Alessia Rollo:

Grace, sei un autrice molto giovane e autodidatta. Ci Racconti come è avvenuto il tuo incontro con la fotografia?

Grace Martella:

Il mio incontro con la fotografia è avvenuto in modo casuale; nel 2018 ero in vacanza e per curiosità decisi di comprare una macchina analogica, da lì in poi ho cominciato ad indagare sempre di più il mezzo fotografico fino ad utilizzarlo per ascoltarmi. La fotografia mi ha permesso di lasciarmi la noia del mio paese alle spalle e di cominciare a capirlo, vedendone la sua bellezza ma anche le sue infinite contraddizioni.

Alessia Rollo:

Nella tua serie əkwɛrɪəm tratti la tua relazione con il corpo e il binarismo. Ci parli di questa serie?

Grace Martella:

Il nome əkwɛrɪəm richiama l’acqua e il termine queer, facendo riferimento al bisogno di visibilità della comunità LGBTQAI+ ed è per me il tentativo di farsi portavoce di una narrazione a cui fa sfondo l’ambiente salentino. Il progetto raccoglie 2 anni di lavoro importantissimi per me perchè in questo periodo ho avuto la possibilità di sperimentare la consapevolezza di essere una persona transgender, il rapporto con il mio corpo e l’appartenenza ad una comunità. La rappresentazione del mio corpo sembra dissolversi nella narrazione ad indicare l’atto di riconoscersi nel corpo delle altre persone fotografate e di appartenere ad una comunità ed ai suoi spazi. Nella sequenza si rincorrono pagine di diario, gli spazi vuoti, in cui cercavo me stesso e gli altri, per evidenziare la sofferenza derivata dall’esperienza di non riuscire a trovare riferimenti. Sono felice che əkwɛrɪəm abbia trovato spazio tra le pagine di una zine. Questo progetto è il presupposto per continuare a documentare la realtà della comunità LGBTQIA+ qui in Salento.

Alessia Rollo:

A parte te stesso chi sono le persone che fotografi? Che mondi rappresentano?

Grace Martella:

I soggetti che ho ritratto fino ad ora sono tutti quelli che mi hanno lasciato qualcosa, penso che fotografare qualcuno sia in qualche modo un gesto di riconoscenza e di condivisione e che dal mio punto di vista richiede vulnerabilità da entrambe le parti. Ricordo la sensazione che ho provato quando scattai dei ritratti presenti in əkwɛrɪəm, era la prima volta in cui mi trovavo a fare dei ritratti di performer queer ed è stato bellissimo poter vedere la luce delle lampadine sfiorare i loro volti e i loro corpi nei quali, in qualche modo, mi identificavo anche io.

Alessia Rollo:

Nelle tue foto c’è molta sospensione, bellezza ma anche una sottile sofferenza. Cosa rappresenta per te la fotografia in questo momento?

Grace Martella:

Per me la fotografia è un mezzo potentissimo di conoscenza, mi permette di aggrapparmi alla vita, di raccontare sempre storie nuove, di far risuonare il mio dolore in stanze luminosissime.

Alessia Rollo:

 Il tuo sguardo mi ha molto colpito per la sua maturità e potenza. Chi e cosa ti ispira?

Grace Martella:

Sono ispirato da tutto ciò che mi circonda: dal rumore del vento nelle orecchie al silenzio dei fiori che sciolgono il cemento. Dal punto di vista prettamente artistico invece mi lascio ispirare dalla musica dei Florence and The Machine, di Lady Gaga, Grace Jones, dalle parole di Susan Sontag, dal lavoro di Andy Warhol, Keith Haring, Letizia Battaglia, Duchamp, Man Ray, Tina Modotti, Luigi Ghirri, Lisetta Carmi, Elisa Moro, Marzio Emilio Villa, Eleonora Sabet, Paolo Gioli e tantissimi altri.

Alessia Rollo:

Come hai imparato a fotografare e cosa utilizzi principalmente?

Grace Martella:

Ho imparato la tecnica di base sperimentando con la reflex analogica di mio zio e analizzando molto i miei rullini. Uso principalmente macchine analogiche per i miei scatti che poi sviluppo e stampo da solo in camera oscura in modo quasi terapeutico per me.

Alessia Rollo:

Cosa ti auspichi succeda per te e per il territorio dove vivi nei prossimi anni?

Grace Martella:

Spero che qui in Puglia, in particolare nel basso Salento possano nascere nuovi spazi e narrazioni per le minoranze, che ci siano i presupposti per far si che le persone possano avere il coraggio di esporsi e soprattutto che le diverse realtà territoriali possano parlarsi di più. Inoltre spero che gli artist* possano trovare dei punti di riferimento qui senza il bisogno di andare altrove. Per quanto riguarda me, auspico di trovare nuovi modi per reinventarmi e per ascoltare gli altri.

Alessia Rollo:

Credi che la fotografia possa cambiare stereotipi e creare spazi e nuove rappresentazioni per la comunità LGBTQIA+?

Grace Martella:

– Sì, credo veramente nella potenza del mezzo fotografico e penso che per decostruire la narrazione mainstream della comunità LGBTQAI+ ci sia la necessità di dar voce alla comunità stessa; troppe volte troppi fotografi hanno spettacolarizzato, per esempio, la realtà delle persone transgender, deumanizzandone le esperienze e appropiandosi della loro immagine, evitando di creare un dialogo consapevole che vedesse come protagonisti gli stessi soggetti ritratti.

Alessia Rollo

 
Shhh curator
Visual artist and researcher of projects based on the Mediterranean